Tuesday, March 27, 2007

Vicini al collega ingiustamente condannato

Un articolo piuttosto atipico:
http://www.aipsimed.org/?q=node/13
Febbraio 2006, a Ferrara un giudice fa scarcerare in permesso premio un pregiudicato reo di omicidio che dopo poco confligge a fuoco con un carabiniere. Lo uccide e rimane egli stesso colpito a morte. Il magistrato si dichiara oggettivamente, ma non soggettivamente responsabile. Stop. Chi è morto, giace chi è vivo si dà pace.
Ma noi non ci diamo pace, perchè nel medesimo febbraio 2006 un collega psichiatra viene condannato perchè ritenuto colpevole, a pochi km. di distanza da Ferrara, per la morte di un operatore di Comunità cagionata da un paziente che egli aveva in cura.
Siamo vicini umanamente e professionalmente a questo medico la cui unica colpa è stata, come tutti noi, quella di non aver scelto di fare il dermatologo o l'oculista o l'idraulico in un tempo in cui la malattia mentale è esclusivo interesse delle multinazionali del farmaco, di bande politicizzate o di cooperative ipersindacalizzate. Amarezza è la parola che più dà significato alla perdita di dignità professionale che fa seguito a questa visione della psichiatria, che non viene più intesa come luogo della cura del paziente, ma del suo contenimento farmacologico e della sua cristallizzazione in una dimensione stabilita a priori, da terzi, che vedono nell'industria delle molecole e nella propaganda veteromarxistala possibilità del miracolo impossibile.
Da questa vicenda apprendiamo e con forza che ciò che andiamo sostenendo è vero: non si fa una riforma della psichiatria senza gli psichiatri! Non si tutela il malato mentale se non si tutela chi lo cura! Non possiamo sbandierare riforme radicali quando poi a pagare sulla loro pelle sono gli psichiatri i cui strumenti sono e rimangono limitati. Il collega è stato condannato perchè aveva diminuito la fiala di Moditen depot ad un paziente. Bene. E' una cosa lecita, credo, diminuire la terapia farmacologica, soprattutto, e questa è la fattispecie, quando vi sono forti effetti collaterali. A seguito di ciò il paziente avrebbe ucciso. Io non so come si faccia a stabilire un nesso di causa preciso tra la sospensione di un farmaco ad un paziente ed un omicidio, a me personalmente sembra una follia. Credo che per uccidere una persona siano tali e tante le concause che certamente la diminuzione di un farmaco non giustifica un crimine così efferato. Mettiamo poi che nel caso specifico sia maturato un lento risentimento nei confronti dell'operatore in questione, certamente non è la somministrazione di un farmaco che inibirebbe una decisione presa internamente. Per dirla più chiaramente, se io tifo per la juventus, non vi è nessun farmaco al mondo, anche assunto in dosi massicce che mi potrà mai far cambiare la mia fede calcistica. Consideriamo poi il caso opposto, quello di un improvviso atto di violenza, un raptus come si dice, in cui una persona improvvisamente perde il controllo, magari in preda ad allucinazioni e fa fuori un altro. Anche in questo caso a me sembra del tutto imprevedibile. Vi sono molte persone, oltre naturalmente ai cosiddetti normali, che, per quanto siano completamente imbottite di farmaci sono capaci di gesti improvvisi di questo tipo ed a cui ogni psichiatra assiste almeno settimanalmente. Come la mettiamo allora, come si fa a liquidare questa tragedia umana, morale e professionale, semplicemente dicendo che lo psichaitra è colpevole perchè ha diminuito i farmaci.
Personalmente sto pensando sempre di più a cambiare mestiere. Non la chiamo più professione perchè fare il professionista significa appunto "professare" qualcosa, cioè proclamare, dichiarare, dimostrare la propria verità che personalmente è che la malattia mentale è l'acme a genesi multifattoriale di una crisi esistenziale. Noi psichiatri non possiamo professare nulla, non possiamo curare nessuno, dobbiamo prendere i farmaci che ci vengono proposti ed ingozzare con questi i pazienti incrociando le dita sperando che non accada niente. Tanta e tale è la fiducia del mondo in cui viviamo nella chimica, che chiamiamo cura lo stordimento sistematico e "scientifico" di decine di migliaia di persone. Ma a quanto pare non c'è nulla da fare. La fede che la scienza possa fare tutto, per quanto smentita dai fatti continua ad essere sbandierata ai quattro venti, con le fanfare, o meglio, le fanfaronate di quelli che vanno in giro a far proclami di stare con gli "ultimi" ed invece inflaccidiscono comodamente nelle loro poltrone.
A questo punto sarebbe più umano nei confronti di medici e pazienti trasformare tutti i cosiddetti servizi di salute mentale in tanti ospedali psichiatrici giudiziari con guardie carcerarie e muri di cinta di modo che i Torquemada di turno possano esercitare le loro sadiche funzioni.

Wednesday, March 21, 2007

bambini e Ritalin©

Sto vedendo una preoccupante diffusione di psicofarmaci per bambini. A questo proposito ho letto l'articolo http://www.nsoe.com/article165.html. Mi interessa avere delle osservazioni su questo.

Monday, March 19, 2007

psichiatria

Ultimamente ho visto che si comincia a parlare di nuovo dei matti e della psichiatria. Mi ha colpito la canzone di Cristicchi a Sanremo. Penso che su questo soggetto ci sarebbe da parlare. Mi interessa sapere cosa ne pensa la gente. Vorrei avere qualche commento di chi visita questo blog.

Tuesday, March 13, 2007

Questo è il primo messaggio

Mai avrei pensato di avere la necessità di parlare alle persone di pensieri intimi e delle mie osservazioni, a volte indecifrabili anche ai pochi, attraverso uno strumento quale internet. Spero sia un'esperienza di valore e che porti ad uno scambio equo di opinioni.