Saturday, June 23, 2007

Boston Globe Standard di trattamento fuorviati

Di Lawrence Diller
19 giugno 2007
Come dottore, ho fatto quasi l’impensabile in una recente conferenza sui disordini bipolari dei bambini. Ho assegnato a un altro dottore la responsabilità morale della morte di Rebecca Riley (una bambina di 4 anni di Hull). Fare dei nomi, in medicina, semplicemente non è molto consueto, e conoscevo i rischi personali e professionali che mi stavo assumendo. Ho sentito l’impulso di nominare Joseph Biederman, capo della clinica psicofarmacologica dell’Ospedale Pediatrico Generale del Massachusetts, come moralmente colpevole di fornire la “base scientifica” che ha permesso che Rebecca morisse.
I genitori di Rebecca sono stati imprigionati e accusati del suo decesso. Sono accusati di averle dato intenzionalmente dosi eccessive di clonidina; una droga contro l’ipertensione e sedativa. Uno di questi tre farmaci medicine psichiatrici è stata prescritto da un certo Tuft, psichiatra per bambini dell’Ambulatorio Medico del New England. Rebecca era stata curata con queste medicine sin dall’età di 2 anni e mezzo, per una supposta diagnosi di disordine bipolare: un nuovo nome per la mania depressiva.
Mentre lo psichiatra coinvolto si è trattenuto dal commentare il caso, sia il suo legale che il centro ambulatoriale, hanno difeso le sue azioni come “conformi agli standard di trattamento”. Biederman e i suoi colleghi di Harvard sono i professionisti con la responsabilità maggiore per lo sviluppo e la promozione di quegli standard di trattamento, che include la diagnosi del disordine bipolare per bambini dell’asilo dell’età di addirittura di due anni, e il loro trattamento con cocktail di farmaci.
Biederman, nel 1996, scioccò il mondo della psichiatria per bambini annunciando che circa un quarto dei bambini che stava curando per il disturbo di mancanza di attenzione da iperattività, rispecchiavano anche i suoi criteri per il disordine bipolare. Fino ad allora, il disordine bipolare era diagnosticato di rado negli adolescenti, e non se n’era mai sentito parlare per i bambini in età pre-puberale. Biederman poté giustificare le sue scoperte, ampliando semplicemente le definizioni semantiche relative ad una condizione prima più circoscritta, contenute all’interno della bibbia psichiatrica Americana: il “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”.
Biederman ha presentato un certo numero di studi e documenti intesi a dimostrare la validità della sua diagnosi e trattamento. La sua ricerca ha sempre esemplificato quanto di meglio ci si potrebbe aspettare dal modello di psichiatria del DSM. Ma le diagnosi nel manuale sono strettamente collegate al modello medico dei disturbi psichiatrici basati sulla biologia, e sono concentrate unicamente sull’individuo.
Mentre il manuale fornisce un’utile guida clinica per gli adulti, comincia le sue spiegazioni con dei presupposti relativi ai disturbi distinti e specifici dei bambini, e ignora le famiglie e gli ambienti in cui vivono i bambini. La più grande assurdità di questo modello scientifico è la diagnosi di un disturbo bipolare in bambini di 2 anni di età e il collegamento al disturbo degli adulti mediante l’uso dello stesso nome – nel processo di marchiare i bambini piccoli come pazienti mentali cronici condannati a una vita di droghe psichiatriche.
Persino l’American Academy of Child and Adolescent Psychiatry – nei suoi recenti parametri sulle diagnosi dei bambini – evita la diagnosi bipolare e il conseguente trattamento medico di bambini inferiori a 6 anni. Ma purtroppo ci sono ancora migliaia di potenziali “Rebecca Rileys” che vengono trattati con più farmaci psichiatrici, perché Biederman ha detto che andava bene e che era necessario. Supportati da finanziamenti promozionali di milioni di dollari da parte dell’industria farmaceutica, Biederman e i suoi colleghi girano il mondo per offrire "istruzione" medica professionale al loro singolare punto di vista.
Per finire, cosa triste ma purtroppo vera, il campo della psichiatria infantile ha paura di Biederman. Si possono sentire le preoccupazioni e paure sussurrate nelle sale e cliniche accademiche in cui Biederman ha prestato servizio. Ma sfidando educatamente Biederman in pubblico si rischia di essere redarguiti e ridicolizzati pubblicamente da lui e dal suo team. Inoltre, i ricercatori accademici nel campo della psichiatria infantile rischiano di perdere i loro finanziamenti se criticano questo beniamino dell’industria farmaceutica, che attualmente fornisce la maggior parte dei soldi per la ricerca psichiatrica.
Il silenzio era assordante – e la morte di Rebecca mi ha spinto a superare il limite – perchè per oltre un decennio mi sono sentito a disagio con queste pratiche sui bambini piccoli. Non sono contrario ai farmaci psichiatrici per i bambini. Scrivo queste ricette per i bambini da oltre 30 anni nella mia clinica che non è collegata all’industria farmaceutica.
Rischio la censura personale e la perdita della mia credibilità nel sostenere un concetto e trattamento più ampio per i bambini con problemi comportamentali. Ma questa volta, Dr. Biederman, ti sei spinto troppo in là.
Il Dr. Lawrence Diller esercita come professionista di pediatria comportamentale e dello sviluppo presso la clinica Walnut Creek, California, ed è l’autore del libro "The Last Normal Child: Essays on the Intersection of Kids, Culture and Psychiatric Drugs".

1 comment:

Anonymous said...

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