Thursday, June 7, 2007

Psicofarmaci ai bambini distratti o iperattivi?

Tiziana Valpiana
Dal sito Differenza in gioco delle parlamentari del Partito della rifondazione comunista/Sinistra Europea riprendiamo questo articolo di Tiziana Valpiana senatrice, Commissione Sanità, Commissione bicamerale per l’Infanzia sul pericolo della medicalizzazione di massa, non solo per i malesseri degli adulti, ma anche per quelli dei bambini.

L’Organizzazione mondiale della sanità in base a studi proiettivi, ha affermato che, nel 2020, la metà dei bambini soffrirà di “malattie mentali.”

Questa autorevole previsione dovrebbe indurci a ripensare a uno sviluppo che crea alienazione, a una società basata sull’arrivismo e sulla competizione, a una famiglia sempre più compressa e destrutturata, a relazioni anche parentali che si basano più sul "dover essere" che sulle spontanee affettività.
Invece, la risposta data a questo pronostico è il contenimento farmacologico , la medicalizzazione di massa, non solo per i malesseri degli adulti, ma anche per quelli dei bambini...

L’uso degli psicofarmaci nei minori sta suscitando un crescente allarme sociale, soprattutto in quei Paesi in cui, dopo decenni di esperienza, si sono evidenziati i loro effetti deleteri in età evolutiva.
Nel 2003, la Food and Drug Administration statunitense ha deciso di autorizzare la somministrazione del Prozac ai minori con disturbi depressivi e ossessivo-compulsivi, e non possiamo stupirci, visto che da anni in America, ai bambini di 2 anni veniva prescritto anche il Ritalin.

In molti temevano che ben presto, come sempre, anche l’Italia si sarebbe “adeguata”, e così è stato! L’Agenzia italiana del farmaco, lo scorso 8 marzo, ha autorizzato l’immissione in commercio il Metilfenidato cloridrato (Ritalin) per il “trattamento della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) in integrazione al supporto psico-comportamentale”.

“Al fine di garantire un uso appropriato, sicuro e controllato, sono state individuate procedure che vincolano la prescrizione del farmaco ad una diagnosi differenziale e ad un Piano terapeutico definiti da Centri di riferimento di neuropsichiatria infantile, appositamente individuati dalle Regioni; impongono controlli periodici per la verifica dell’efficacia e della tollerabilità del farmaco; richiedono l’inserimento dei dati presenti nei Piani terapeutici, in un Registro nazionale appositamente istituito presso l’Istituto superiore di sanità, con garanzia d’anonimato, al fine di consentire il monitoraggio e il follow up della terapia farmacologia”.
“In questo modo - aggiunge l’Aifa - è stata garantita la disponibilità del farmaco soltanto ai casi di reale necessità, evitando gli usi impropri verificatisi in altri Paesi. In ogni caso l’Agenzia italiana del farmaco elaborerà un Rapporto annuale, sulla base dei dati del monitoraggio e del Registro, finalizzato alla valutazione complessiva del problema e delle eventuali altre misure da adottare”.

Dunque il Ritalin, discusso psicofarmaco usato per curare una discussa diagnosi, ora è in vendita anche in Italia, con mille distinguo e con mille precauzioni, ma con poca informazione.
Che cosa è il Metilfenidato?

Si tratta di un’anfetamina, droga a tutti gli effetti, tanto che, nel 1989, il ministero della Sanità italiano lo tolse dal mercato, inserendolo nella categoria delle droghe, mentre, durante il governo Berlusconi (lo stesso che ha fatto la Fini-Giovanardi, legge proibizionista e criminalizzante), il principio attivo del Ritalin è passato dalla categoria 1 alla 2, riducendo i vincoli al suo utilizzo e si è sviluppato un vero e proprio mercato nero, un “turismo farmaceutico” per i bambini Adhd.

Da anni si parla di una fantomatica sindrome da deficit d’attenzione e iperattività (Adhd), ma la diagnosi è in realtà poco definita, visto che “non vi sono test di laboratorio confermati come diagnostici”.

L’Osservatorio sulla salute mentale e molte associazioni invitano a non considerare la mancanza d’attenzione e l’iperattività una malattia mentale, ma a cercare di individuare le cause del disagio nella vita sociale, scolastica e familiare.

L’uso di psicofarmaci su bambini, il cui comportamento è forse dovuto all’abnorme “bombardamento di stimoli”, rischia di coprire le cause del problema e di rispondere solo nascondendo i sintomi. Ciò che “calma” il bambino è un’attenuazione della capacità dei neuro-trasmettitori che ottunde le funzioni cerebrali. Gli adulti di riferimento, genitori, insegnati e pediatri, scambiano per miglioramento lo “spegnimento” del bambino: una disfunzione cerebrale che nel tempo si trasforma in isolamento, causando tic che danneggiano l’autostima e influenzano l’accettazione sociale.

Perché, allora, se non si è certi sul piano scientifico né dell’esistenza della patologia, né dell’efficacia della cura, né degli effetti indesiderati, si è deciso lo stesso di immettere il Ritalin sul mercato italiano? Non è la prima volta che Rifondazione comunista, anche in sede parlamentare, esprime forte preoccupazione per la facilità con la quale anche in Italia si somministrano psicofarmaci ai minori. E già nella scorsa legislatura avevamo chiesto al Governo di intervenire per far cessare gli screening di massa e i sondaggi tra la popolazione scolastica e infantile finalizzati all’arbitraria classificazione.

Ritenendoci insoddisfatte dalle rassicurazioni fornite dall’Aifa, abbiamo ritenuto di rivolgere un’interrogazione alla ministra della Salute per conoscere le sue valutazioni sulla classificazione dell’Adhd come patologia neuro-psichiatrica e sull’opportunità di prevedere queste terapie a carico del Servizio sanitario nazionale.

Alla luce di tanti dubbi scientifici, continueremo a batterci contro l’uso di psicofarmaci in età pediatrica (esclusi i reali casi di problemi psichiatrici), e porteremo avanti una lotta di cambiamento culturale. Il Ritalin, altrimenti, sarà la prova del fallimento della società, della scuola, della comunità, della politica.
6 giugno 2007

No comments: